E’ la sorpresa di questa prima parte del campionato brasiliano: 21 anni, è un centrocampista che organizza la manovra e arriva spesso al tiro. Nella scorsa stagione si era fatto apprezzare con la maglia del Goias: ventisei presenze e sette reti. Il suo cartellino è di proprietà del Cruzeiro. Dopo Casemiro del San Paolo, nel suol ruolo, è uno dei migliori under 21.
ROMA, 24 giugno - Roberto Dinamite è stato uno dei centravanti più apprezzati, in Brasile, a cavallo tra gli Anni Settanta e Ottanta, quando le maglie erano ancora di lana e i numeri personalizzati erano un’esclusiva del calcio a stelle e strisce dei Cosmos e delle majorettes. Altri tempi: Roberto Dinamite ha giocato per una vita nel Vasco da Gama, segnando 894 gol fra campionato e coppe. Per pochi mesi, nella stagione 1979-80, aveva provato a consacrarsi anche in Spagna, nel Barcellona: otto presenze e due reti nella Liga, prima di riprendere l’aereo e di tornare a giocare allo stadio Sao Januario, diventato il suo tempio.
LA RINASCITA - Prima calciatore, con quarantasette partite e ventisei gol nella Seleçao, poi politico, passando dalla poltrona di consigliere comunale a quella di deputato (eletto per quattro volte). Ma Roberto Dinamite non si è mai separato a livello sentimentale dal Vasco da Gama, club che adesso guida da presidente e con il quale ha appena festeggiato la conquista della “Copa do Brasil” nella doppia finale (1-0; 2-3) con il Coritiba. Il Vasco da Gama è uno dei club più amati a Rio de Janeiro. Porta il nome del famoso esploratore portoghese, il primo a navigare intorno all’India. Il Vasco ha vissuto in tempi recenti anche fasi agitate: ha conosciuto la serie B, ha faticato a uscire dal limbo di una grave situazione debitoria. Ma ora sta ritrovando il prestigio e gli equilibri finanziari, proprio sotto il controllo di Roberto Dinamite, il presidente-manager di questa rinascita.
LA TRADIZIONE - Il Vasco, nella sua carta d’identità, può vantare una tradizione invidiabile. Ha vinto ventidue campionati carioca e quattro scudetti nella sua storia, oltre a una Coppa Libertadores nel 1998, contro il Barcelona di Guayaquil (Ecuador). Ha applaudito nel tempo campioni come Romario e Ademir, medaglia d’argento con il Brasile nel mondiale del 1950. Ha lanciato anche giovani molto promettenti, l’ultimo dei quali è stato Coutinho, diciotto anni, preso dall’Inter. Un fascino, quello del Vasco, legato anche alla sua maglia bianca con la banda diagonale nera e con la croce dell’ordine dei Gesuiti. Una squadra che è uscita dal buio anche grazie all’aiuto del tecnico Ricardo Gomes, che ha appena firmato un contratto triennale da ct dell’Arabia Saudita con un ingaggio di tre milioni di euro a stagione. Sotto la guida di Ricardo Gomes, quarantasei anni, ex difensore del Benfica, del Paris Saint Germain e della Fluminense, ha cominciato a farsi largo un giovane centrocampistra che in Brasile viene seguito con particolare attenzione. Si chiama Bernardo, ha ventuno anni ed è arrivato al Vasco da Gama con la formula del prestito dal Cruzeiro fino al 31 dicembre del 2011. E’ un mediano-regista che domina la scena davanti alla difesa: organizza il gioco, disegna la manovra con ordine e intelligenza, si muove con la saggezza di un veterano e nel suo ruolo è uno dei migliori interpreti, uno dei talenti più bravi del “Brasileirao”, il campionato nazionale. Dopo Casemiro, classe 1992, che ha preso il timone del San Paolo da un anno, in coincidenza con la cessione di Hernanes alla Lazio, Bernardo è uno degli under 21 di maggiore prospettiva.
IL RIFERIMENTO - Juninho Pernambucano è diventato uno dei consiglieri di Bernardo. La mezzala, che in Francia aveva vinto sette scudetti di fila con l’Olympique Lione, ha deciso a gennaio di tornare al Vasco da Gama per chiudere la sua carriera. Archiviata la parentesi in Qatar, nell’Al-Gharafa, Juninho Pernambucano ha riabbracciato il club che lo aveva aiutato a sbarcare in Europa nel 2001. Lui adesso fa il trequartista con Eder Luis (di proprietà del Benfica) e lavora alle spalle degli attaccanti Elton (rientrato dal prestito allo Sporting Braga) e Alecsandro. Una squadra che può contare sulla fascia destra anche sugli spunti, sulle accelerazioni, sui tagli di Diego Souza, ex Palmeiras e Atletico Mineiro. Se Juninho Pernambucano è il leader del Vasco, Bernardo è il playmaker che fa nascere l’azione e protegge la difesa. E’ forte nei contrasti, arretra di qualche metro e diventa un centrale aggiunto in alcuni momenti della partita. Ha senso tattico, di solito si occupa del numero dieci avversario, del giocatore con più fantasia. Non pensa soltanto a dettare i tempi della manovra, tampona e lotta. E quando riesce a trovare il corridoio giusto, prova a inserirsi e cerca la conclusione. In questa prima parte del Brasileirao 2011 ha realizzato quattro gol nelle prime cinque giornate: una doppietta contro il Cearà, nella partita inaugurale del torneo, e altre due reti all’America MG e al Gremio. Ha regalato anche un assist a Elton nella sfida persa per 5-1 con il Coritiba, trascinato da una tripletta di Anderson Aquino, classe 1986, un prodotto del vivaio dell’Atletico Paranaense.
LA STORIA - Bernardo Vieira de Souza è nato a Sorocaba, in provincia di San Paolo, il 20 maggio del 1990. E’ alto un metro e 77 per un peso- forma di 72 chili. E’ cresciuto nel Cruzeiro, vincendo a livello giovanile una campionato Sudamericano Under 17 nel 2007 e un campionato Mineiro nel 2009. E’ stato il tecnico Adilson Batista a promuoverlo in prima squadra, dopo l’infortunio di Wagner, il regista titolare. Il primo gol da professionista l’ha realizzato invece contro il Democrata Futebol, club di Sete Lagoas, nella stato di Minas Gerais. Nel 2010 è stato mandato a fare esperienza nel Goias: ventisei presenze e sette gol per Bernardo nel Brasileirao. Tre gli allenatori con i quali ha lavorato nella squadra “verdao”: Emerson Leao, ex portiere ed ex ct della Seleçao, Jorginho e Arthur Neto.
Fonte: Corriere dello Sport
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